ALTAROMA: UN GRANDE GIOCO DI
PRESTIGIO
Anche quest’inverno è già in
movimento la grande macchina dell’alta moda romana.
L’industria del sogno non
conosce fermi, anche se quest’anno sembrerebbe un po’ impoverita.
Grandi conferme e grandi
rinunce per una settimana della moda che, nel tempo, si è trasformata in poco
più di un week end.
Come una povera cipolla ogni
anno Altaroma sembra perdere alcune certezze e a noi romani memori di
una grande tradizione… “non ci resta che piangere”.
I fasti dell’Alta Moda che
animavano le grandi piazze della capitale, le suggestioni, la poesia, sono solo
ricordi?
C’è chi non ha neanche
quelli, ma questo poco consola chi è abituato al meglio e valuta che le
possibilità creative della manifestazione potrebbero essere sfruttate molto, ma molto, meglio.
La dice lunga la locandina di presentazione della kermesse che negli ultimi anni non è mai stata particolarmente “d’acchiappo”, ma che al livello di tristezza di questa edizione non era mai arrivata.
Ma l'alta moda non doveva essere
sogno, lusso, desiderio, fascino, energia, glamour…?
Dov'è tutto questo?
Dov'è tutto questo?
Da quel che appare, oggi è rimasto solo lo strascico di un grande tradizione e il manifesto che rappresenta
l'alta moda romana sembra esprimere la grande contraddizione di un qualcosa che vuole continuare ad esistere ma non vuole prendersi il carico di esprimere quello che realmente è.
Un po' come un prestigiatore
che mischia le carte in tavola per creare un misterioso gioco ottico volto a presentarsi senza rivelarsi.
Così non si rischia di sbagliare o di deludere.
Così non si rischia di sbagliare o di deludere.
Ma la realta’ ormai è sotto
gli occhi di tutti.
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