giovedì 27 marzo 2014

UNA PURA FORMALITA’

UNA PURA FORMALITA’
Riadattamento di uno dei capolavori di Giuseppe Tornatore, “Una pura formalità” è il copione teatrale che viene presentato al teatro Parioli Peppino de Filippo, di Roma, con la regia di Glauco Mari, dal 27 Marzo al 13 Aprile.
La compagnia teatrale è la Mauri -Sturno e porta in palcoscenico quel film che nel 1994 uscì nelle sale cinematografiche con l’interpretazione di attori come Gérard Depardieu, Roman Polanski e Sergio Rubini.
Nell’adattamento teatrale Roberto Sturno è lo scrittore Onoff e Glauco Mauri il Commissario e l’intera storia gira intorno al tema centrale della ricerca della memoria.
Due uomini in un confronto diretto per ritrovare stralci di via passata e ricostruire un’esistenza.
"L’intensità del racconto, il suo ritmo, illuminato da emozionanti colpi di scena, una razionale e al tempo stesso commossa visione della vita – dice Glauco Mauri – mi hanno spinto, in pieno accordo con Tornatore, ad una libera versione teatrale.

Già il film ha una sua struttura sospesa fra cinema e teatro e questo mi ha molto aiutato nel lavoro. E come negli “incontri” fortunati, la storia così magnificamente raccontata nel film, ha fatto germogliare in me emozioni inaspettate che diventavano sempre più mie.

Un’opera tanto più è valida quanto più dona a un interprete la possibilità di scoprire sfumature umane e poetiche in essa nascoste.

Ho cercato di far rivivere tutta la forza drammatica della sceneggiatura modificandone quelle parti che si presentavano con dei connotati troppo cinematografici, preservandone al tempo stesso quell’intensità che dall’inizio ci avvolge nel suo misterioso intreccio. Il racconto rimane oscuro fino al suo sconvolgente epilogo dove i pezzi lacerati di una vita si compongono in una serenità inaspettata e commovente: un capovolgimento radicale di quello che sembrava un giallo.
Teatro Parioli Peppino De Filippo  Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma
tel . 06 8073040
www.teatropariolipeppinodefilippo.it
dal film di GIUSEPPE TORNATORE
versione teatrale e regia GLAUCO MAURI 

e con
Giuseppe Nitti, Amedeo D'Amico,
Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore

scene  GIULIANO SPINELLI
costumi  IRENE MONTI
musiche  GERMANO MAZZOCCHETTI

produzione Compagnia Mauri  Sturno
in collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola

KANDINSKY: L'ARTISTA COME SCIAMANO

KANDINSKY : L'ARTISTA COME SCIAMANO


“Lo spettatore è troppo abituato a cercare un “senso”, cioè, un rapporto esteriore tra le parti del quadro.
La nostra epoca, materialista nella vita e quindi nell’arte, ha prodotto uno spettatore e specialmente un “amatore” che non sa porsi semplicemente di fronte a un quadro
e nel quadro cerca tutto il possibile (l’imitazione della natura, la natura interpretata dalla psicologia dell’artista, l’atmosfera immediata, l’anatomia la prospettiva, l’atmosfera esteriore) ma non cerca la vita interiore, non lascia che il quadro agisca su di lui.
Accecato dai mezzi esteriori, non vede che cosa sanno creare, non si accorge che possono comunicare non solo cose, ma idee e sentimenti.”

Vassily kandinsky

Odessie Novosky (1911), Lo spirituale nell’arte  (1911), Al di là del muro (1914)


 Il quadro, come metafora della vita, mette l’essere umano di fronte a se stesso.

In un’epoca in cui pochi sanno ascoltare, se stessi e gli altri, il quadro astratto rischia di deludere l’osservatore che si approccia con delle aspettative specifiche.

Il silenzio del quadro disattende quell’implicito desiderio di risposte estetiche dalle quali procedono sensazioni emotive.
E qui parte il giudizio dell’osservatore.


Padre di una rivoluzione formale, oltrechè figlio di una storica agitazione sociale, Kandinsky esprime pienamente il cambiamento di un’epoca, stravolgendo il rapporto  canonico tra quadro ed osservatore.
Egli entra nel linguaggio stesso dell’opera e dialoga con i suoi elementi utilizzandoli poi come strumenti chirurgici.

“Il colore è un mezzo per esercitare sull'anima un'influenza diretta. Il colore è un tasto, l'occhio il martelletto che lo colpisce, l'anima lo strumento dalle mille corde”.

Erano passati i tempi in cui la semplice rappresentazione della realtà poteva bastare all’artista. L’arte, ormai, rispondeva e amplificava quegli impulsi che la scienza e la società stavano maturando. Era già nata la psicanalisi, che esplorava i mondi nascosti dell’essere, l’impressionismo aveva tradito l’illusione dell’unità della visione e la fotografia aveva colmato l’esigenza dell’eternalizzazione dell’attimo.


La convinzione dell’artista è che "il più ricco insegnamento” venga dalla musica.

“Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l'arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell'artista e creare la vita dei suoni.”


Dal 29 Marzo al 6 Luglio Vassily Kandinsky è in mostra, all’Arca di Vercelli, con una raccolta di opere che ha segnato la nascita dell’astrattismo.

Arca, in collaborazione con il Museo Nazionale di San Pietroburgo, apre le sue porte all’arte russa con l’artista che più di ogni altro fu la cerniera fra occidente e oriente.


La rassegna, dal titolo L’artista come sciamano, si sviluppa intorno a ventidue capolavori del padre dell’astrattismo, provenienti da otto musei russi, accompagnati da selezionatissimi dipinti di altri maestri dell’avanguardia russa e da uno straordinario nucleo di oggetti rituali delle tradizioni polari e sciamaniche praticate nelle lontane e sterminate regioni siberiane, da cui Kandinsky trasse profonde ispirazioni durante i suoi anni giovanili di studi etno-antropologici, e che contribuirono, insieme alle tradizioni contadine russe allo sviluppo del suo percorso intellettuale verso l’astrazione come forma della spiritualità.


L’evoluzione che portò Kandinsky all’astrazione, era cominciata durante la sua formazione universitaria, quando i suoi studi di legge lo avevano portato ad analizzare i fondamenti del diritto nelle tradizioni delle sterminate campagne della Russia, fra le lontane popolazioni siberiane.
Da etnologo approfondì la vita, gli usi e l’economia dei sirieni, una piccola etnia cui dedicò alcuni articoli scientifici, incontrando anche le pratiche popolari derivanti dalle antiche ritualità sciamaniche, dalla cui era rimasto colpito per la profonda spiritualità.
Molti elementi che si ritrovano nella sua opera richiamano quella esperienza, dalla figura del cavallo e del cavaliere, al tamburo rituale, alle figure simboliche di animali.
La formazione del giovane Kandinsky crebbe all’interno dell’impetuosa corrente culturale sviluppatasi in Russia nell’Ottocento dopo l’invasione napoleonica e la distruzione di Mosca, essa era volta a ricercare nella cultura primitiva e folclorica del mondo contadino, le radici di un’originaria e intatta civiltà russa.
Di questo universo favoloso ed esoterico, contrapposto al razionalismo dell’occidente europeo, facevano parte le favole e le canzoni popolari trasmesse oralmente fin dal Medioevo e riprese poi in letteratura da Pushkin e Dostoevskji e in musica da Rimsky Korsakov, prima, e poi dagli altri compositori russi di inizio ‘900, da Mussorsgky a Skriabin a Stravinsky.

La mostra è curata da Eugenia Petrova e promossa dalla Città di Vercelli, organizzata da Giunti Arte mostre musei col patrocinio della Regione Piemonte, il contributo di diverse istituzioni e aziende, fra le quali la Provincia di Vercelli, Biverbanca e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli.


martedì 25 marzo 2014

LA GRANDE AVVENTURA DEL NATIONAL GEOGRAPHIC

LA GRANDE AVVENTURA DEL NATIONAL GEOGRAPHIC


Palazzo delle Esposizioni

MOSTRA FOTOGRAFICA
A cura di Guglielmo Pepe


La mostra fotografica che segna i 125 anni del National Geografic e ripercorre i momenti più salienti della Society con 125 scatti, proroga i tempi previsti dell’esposizione “National Geographic, 125 anni. La Grande Avventura, fino al 13 Luglio spostandosi dal 25 Marzo in Via Milano. 

1. Carl E. Akeley
Kenya | 1910 Circa
Carl Akeley riuscì a cogliere questo primo piano straordinariamente dettagliato di una zebra di Burchell che riposava nelle pianure di Athi.

2. Hugo Van Lawick
Tanzania | 1964
Guardando questo gesto semplice tra Jane Goodall e il piccolo Flint si potrebbe pensare che il mondo sia un’unica grande famiglia.

3. Michael Nichols
Parco nazionale del Semien, Etiopia | 2002
Il babbuino Gelada, che di solito si accontenta di mangiare l’erba delle praterie, ha comunque due canini decisamente pronunciati.

4. ElizaScidmore

Giappone | 1900 circa
Le fotografie del Giappone colorate a mano venivano fornite alla rivista, che aveva iniziato a pubblicare questo tipo di immagini due anni prima, da ElizaScidmore.


5. W. Robert Moore
Siam | anni Trenta circa
Un gruppo di danzatori rievoca alcuni episodi della vita di PhraRuang fuori da un tempio.


6. Joseph Rock
Choni, Tibet | 1926
Prima del sesto giorno della sesta luna i monaci suonano corni lunghi oltre quattro metri per sollecitare i lama a prepararsi per l’antica danza chiamata Chamngyon-wa. 

ANDY WAROL NEL PAESE DEL SOLE

ANDY WARHOL NEL PAESE DEL SOLE



E’ al Palazzo delle arti di Napoli che dal 18 Aprile al 20 luglio 2014 verrà esposto il genio di Andy Warhol atraverso una mostra promossa dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.

“Vetrine”, il titolo dell’esposizione che espone un considerevole numero di opere su carta tratto dalla serie Golden Shoes, realizzata da Wharhol a New York all’inizio della sua carriera, quando lavorava come vetrinista e grafico pubblicitario per i negozi di Madison Avenue.

Non possono mancare alcune serigrafie della Campbell’s soup e dei Camoufflage, “scatole-scultura” e t-shirt realizzaite dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts in considerazione del desiderio dell’artista di vedere la moltiplicazione seriale delle proprie opere.



Cento ottanta esemplari per raccontare il legame esistente tra Andy Warhol e Napoli, nato negli anni ’70 grazie all’amicizia con il gallerista Lucio Amelio.
Le famose Napoliroid, con le personalissime interpretazioni delle vedute partenopee, i ritratti dei personaggi noti della Napoli bene, come Graziella Lonardi Buontempo, Ernesto Esposito, Peppino di Bernardo e Joseph Beuys.

Al gallerista Lucio Amelio si deve la serie del suo più noto headline work Fate presto.
Sin dai suoi esordi Wharhol si dimostrò attrato dai ritagli delle notizie giornalistiche che trovava sui quotidiani: le ritagliava e le accumulava per poi utilizzarle nel proprio lavoro.
Opere- strillo, di ogni formato, eseguite con tutti i media nonostante la sua preferenza andasse ai quotidiani ed in particolar modo al Daily News o al New York Post.
La produzione di Headline Works sarà presente costantemente in tutta l’opera del padre della Pop Art.

Lo  strillo Fate presto, del 23 Novembre 1980 sulla prima pagina Mattino, riferito al terremoto dell’Irpinia,  ispirerà, qualche anno più tardi, anche la serie Vesuvius, in cui il vulcano viene rappresentato ossessivamente in vari colori.
Spiegava: «Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario e anche un grande pezzo di scultura… Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale».

La mostra, inoltre, propone la serie Ledies and Gentlemen del 1975 (con relativi acetati e polaroid) e i disegni realizzati dall’artista a partire dalle fotografie di Wilhelm von Gloeden (1978) acquistate da Lucio Amelio; la storica serie Marilyn del 1967 e quella firmata nel 1985 da Warhol con la scritta «questa non è mia» (Marilyn this is not by me); le numerose collaborazioni avute dall’artista con case discografiche, cantanti e gruppi musicali, firmando coverassolutamente rare già alla fine degli anni degli anni 40 e altre presto entrate nella storia del rock.



Napoli, Palazzo delle Arti Napoli - Palazzo Roccella (via dei Mille 60)
Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica dalle ore 9.30 alle 14.30. Martedì sono chiuse le sale espositive del I e del II piano


domenica 23 marzo 2014

CYRANO: OLTRE IL MONDO DELL'APPARENZA

CYRANO: OLTRE IL MONDO DELL'APPARENZA


Straordinariamente bello ed incredibilmente bravo: Alessandro Preziosi, al Teatro Vascello di Roma, porta in scena Cyrano de Bergerac.

Non il classico romanzo di Rostand, ma L'altro mondo o Gli stati
e gli imperi della luna, opera stessa dello spadaccino letterato, veloce con il fioretto quanto con la lingua.

Uomo colto e raffinato Cyrano, viene rappresentato, in quest’opera teatrale, con estrema delicatezza ed intensità, esaltandone il pensiero, l’ispirazione e il romanticismo.


Due i suoi grandi amori: la libertà e Rossana.

La libertà: di pensiero, dalle convenzioni, dai paradossi sociali.
Eppure fu schiavo di uno sterile canone estetico che gli impedì di godersi il suo più grande amore: Rossana.


Magistrale l’interpretazione di Alessandro Preziosi che padroneggia spazio e tempo dell’intera opera con vigore e profondità.


Khora.teatro in coproduzione con il TSA Teatro Stabile d'Abruzzo opera di Savinien Cyrano De Bergerac
con e per la regia di Alessandro Preziosi

sabato 22 marzo 2014

SUONA FRANCESE

SUONA FRANCESE

Dal 20 Marzo al 30 Giugno 2014, in quaranta città italiane dislocate sul territorio nazionale, sono previsti ottanta concerti Pop, Rock, Jazz e di Musica Elettronica.

Lo scopo è quello di scoprire il meglio della musica francese ed è il settimo anno che l’esperimento viene ripetuto con notevole successo.


Un’edizione importante quella di Suona francese 2014, manifestazione musicale francese più importante in Italia, che quest’anno si svolgerà in contemporanea a Suona italiano, omologa edizione italiana su territorio francese (promossa dalla Fondazione Musica per Roma).

Il festival Suona francese è organizzato e promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell'Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della Sacem, del Ministero dell'Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, del Ministero della Cultura e della Comunicazione francese e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e con Edison in qualità di main partner.


E chi ama la Francia più in genere può ciccare qui:

ROMICS E' TORNATO

ROMICS E' TORNATO



Anche quest’anno torna l’atteso appuntamento primaverile con il fumetto e l’animazione, cogliendo l’occasione per festeggiare il settantacinquesimo anno di età di Batman.

Da giovedì 3 Aprile a domenica 6, presso la Nuova Fiera di Roma, saranno allestiti numerosi stand per presentare tutte quelle chicche che i più accaniti collezionisti attendono da tempo.


Il percorso è ricco di sorprese: sale incontri e per proiezioni con posti a sedere per 3000 persone, palco Movie Village per gli eventi speciali; in più tutte e grandi novità delle case editrici.
Quattro giorni di eventi, spettacoli ed incontri con i grandi protagonisti del mondo dei comics. 
Tre Romics d’oro sono stati disposti per tre grandi firme doc: la star del fumetto americano Jae Lee, firma dei più recenti Batman e Superman; dall’universo dell’illustrazione Fantasy, la matita di Paolo Barbieri e direttamente dal grande cinema, Barry Purves, animatore e regista.


I tre premiati si alterneranno sul palco di Romics per raccontare la loro straordinaria carriera artistica e per illustrare le basi tecniche e teoriche delle loro creazioni.

Fumetto in diretta, workshop, tavole rotonde con l’opportunità di incontrare i grandi protagonisti del fumetto italiano e internazionale.



Confermato anche per questa edizione l’appuntamento con il cinema del Movie Village, che presenterà i grandi film dell’anno; il Gran Galà del doppiaggio; eventi, incontri e concerti per l’Officina del Fumetto e della Multimedialità; l’attesa GARA COSPLAY e IL ROMICS JUNIOR, programma dedicato ai bambini e ai ragazzi.